L'Area della Ricerca di Genova è tra le prime
previste dall'Ordinamento dei Servizi dell'Ente;
è stata, infatti, costituita nel 1978.
E' nata inizialmente dall'aggregazione di tre
Istituti (Istituto per i circuiti elettronici, Istituto per
l'automazione navale ed Istituto per le tecnologie
didattiche).
E' solo nel 1992 che inizia ad assumere un assetto
analogo a quello definitivo poiché accorpa tutti gli
otto Organi genovesi in un unico edificio: la Torre di
Francia situata nel centro direzionale di San Benigno.
La localizzazione degli Istituti genovesi in un unico
complesso architettonico si è rivelato un vero punto
di forza per l'Area poiché ha favorito la
sinergia tra i ricercatori dei diversi Organi, stimolando lo
svolgimento di studi in comune e il raggiungimento di
risultati significativi.
L'insediamento dell'Area in una zona storicamente
industriale, contigua a zone marittimo/portuali ed a aree in
fase di reindustrializzazione, conferisce un significato di
propensione ad un incontro tra le sfera della ricerca e
quella della produzione, predisponendo un terreno di cultura
adatto a generare fenomeni di trasferimento tecnologico,
innovativo di prodotti e processi produttivi.
L'area con i sui 16000 metri quadrati di superficie di
cui circa due terzi adibiti a laboratori, costituisce un
punto di riferimento culturale per la città, per le
sue realtà sociali, scientifiche ed economiche.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, prima della riforma
del 2001/2002 era presente a Genova con otto Istituti (tutti
insediati nell'Area) e con cinque centri di studio
(presso i diversi dipartimenti universitari) per un totale
di circa duecento addetti che ben si interfacciano con il
mondo universitario e la ricerca industriale.
La funzione dell'Area come centro di attrazione
culturale è resa evidente dalla presenza di un numero
importante di visiting scientists, ricercatori, borsisti e
tesisti, di organizzazioni pubbliche e private, oltre a
ricercatori e personale docente dell'Università
che frequenta i laboratori del CNR per sviluppare ricerche
comuni. La frequenza media di personale di ricerca esterno
al CNR è numericamente pari all'incirca al
personale di ricerca in forza all'Ente. |
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